Apr 09 2006

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nightolo

Un sabato come tanti

Posted at 9:39 am under niente a senso

Un sabato qualsiasi a Dublino il tuo coinquilino decide di uscire con degli italiani.

(C) e’ il coinquilino (I) sono IO

Ore 17:00 ZULU
C: Che fai? ci raggiungi?
I: Mah non so vediamo, diciamo orientativamente no, stamattina sono stato fuori tutta la mattina, sono stanco VEDIAMO insomma VEDIAMO.
C: Ok ciao

Ore 20:30 ZULU
Massi’, e’ inutile restare a casa, meglio uscire, tanto qui ci si diverte, poi insomma i pub, e’ una bella cosa. Mi vesto e prendo l’autobus. Alla fermata sono preceduto da cinque ragazze vestite con POCHISSIMO. Io nel mio giubotto GUARDO e TREMO (non sono un tipo che soffre il freddo).

Ore 20:40 ZULU
Arrivo in centro, decido di prendere una birra da SOLO, mi inserisco nel primo pub che ispira la mia mente malata, onepaint etc etc e bevo. Il pub e’ carino, la gente parla, certo sono da solo ma in compenso mi rilasso, poi qui sono tutti friendly. Esco, faccio un giro, passo in una strada e vedo un tipo che suona, mi fermo ad ascoltarlo e gli do un tot. Penso che in fondo se ho dati 4 euro al signor Arthur Guinness uno a lui posso pure darlo. Continuo il mio giro, c’e’ un sacco di gente fuori, mi rilasso, mi diverto e MI PIACE

Ore 21:40 ZULU
Non so perche’ PER COME E PER QUANDO ma decido di tirare fuori dalla tasca il mio fottuto cellulare e chiamare il mio focking coinquilino per vedere che fa; ORA se DIO esistesse nella sua infinita bonta’ mi avrebbe fulminato sull’istante, per risparmiarmi quello che tra poco SAPRETE. Dio non esiste, non mi fulmina. Il coinquilino risponde

Telefonata 1:
INIZIO: (I) “Dammi le tue coordinate”
TRAMA: il coinquilino mi risponde “sono alla chiesa”, io nella mia mente penso che forse alle 21:40 ha gia’ bevuto l’inferno. A Dublino, citta’ cattolica, quante chiese pensate che ci siano? CE NE SONO UN INFERNO. E’ come essere in una foresta e darsi appuntamento all’ALBERO. Gia’ da questo avrei dovuto capire TUTTO, fare le valigie e lasciare casa NOTTETEMPO. Non lo faccio perche’ sono un COGLIONE. Alla fine mi viene data la strada
FINE: (I): “Aspe’ arrivo ciao”

Arrivo sul posto, in effetti e’ una chiesa con dentro un pub colorato di viola, mi dirigo all’entrata e vedo tre buttafuori che mi bloccano l’ingresso e mi dicono che sono “a little bit casual”. Ora, PORCODDIO, io in Italia non mi sono mai ARRISICATO ad avvicinarmi in locali di questo tipo, per un sacco di motivazioni anche ideali, faccio tre ore di aereo e mi portano in un locale simile, MA VOI SIETE MALATI DI MENTE? L’unica entrata che avrei scelto li’ sarebbe stata la finestra del piano superiore, con un giubotto antiproiettile e un MP5 in mano (cfr assalto all’ambasciata iraniana a londra nel 1980)

Chiamo il coinquilino, la telefonata inizia con “Pronto” e finisce con “PORCODDIO”.
Decidono di uscire, ohh finalmente, adesso andiamo a farci un giro per Dublino.

Andiamo in un altro locale in centro, all’entrata stavolta non guardano come sei vestito ma TI PERQUISISCONO. O perlomeno, non a me, ma alle donne fanno aprire le borse per vedere cosa c’e’ dentro, agli uomini guardano semplicemente se hanno qualcosa dentro il giubotto. MA TU SEI MALATO DI MENTE, buttafuori inutile, mi basta una pistola in tasca per entrare e seminare la MORTE, e tu non te ne saresti neanche accorto, solo in matrix si portavano le armi dentro le borse… Prendiamo le nostre bevande e ci posizioniamo sotto un altoparlante, neanche a dirlo ma nel pub c’e’ la musica ALTISSIMA e per parlare bisogna gridare. CHE BELLO. Alla fine decido di uscire fuori e leggermi un giornale; dopo mezz’oretta e altri eventi di poco conto la serata finisce.

Tanto per precisare: Dublino e’ piena di pub, in alcuni c’e’ anche musica dal vivo a un volume UMANO, negli altri semplicemente si puo’ parlare. Poi e’ ovvio che ci sono i discopub e le discoteche, come ogni altra citta’. Dipende dalle SCELTE che uno fa.

One response so far

One Response to “Un sabato come tanti”

  1. anonimo spasticoon 10 Apr 2006 at 2:04 am 1

    Albero crolla su una comitiva
    ucciso un uomo, sette i feriti

    Il gruppo di sordomuti non ha sentito la gente che urlava per avvertirli
    L’ippocastano di venti metri aveva le radici marce, ma non erano visibili

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