Lamentazioni

Ovvero: dove normalmente basta una fiaba, altre volte serve la Rivoluzione Culturale.

Nel fiore della mia gioventù, ricordo come sovente mi fosse ricordato con uno scappellotto ben assestato alla noce del collo che “chiedere aiuto è una cosa seria”, e che quella parola – “aiuto”, appunto – non andava pronunziata se non in casi di grave pericolo per l’incolumità fisica del sottoscritto allora setténne. Insomma anche i Beatles andavano presi a calci in culo – questo è quello che pensai tenendomi la testa per il male.

Col passar degli anni e lo sfiorire progressivo di ogni mia speme nell’umana specie, ho sviluppato un senso di repulsione, astio e ingiustificato purismo razziale nei confronti di costoro – perché di una specie a parte parliamo – che nelle richieste di assistenza (di qualsiasi ordine e grado) aggiungono, un po’ per vezzo, un po’ per cazzo, un simpatico “Aiuto!” alla fine della loro comunicazione. Spesso – aggiungeremo subito – seguito da un numero indicibile, insensato e irritante di punti esclamativi.

Ad es.:

“La stampante non mi funziona e ho bisogno di lavorare, la carta, ho bisogno della carta, AIUTO!!!”

“Non ho la rete e anche se sono le 11.32 del mattino mi sono ricordato solo adesso di dirvelo, però ora devo lavorare davvero sennò capiscono che non faccio un cazzo in questo posto di lavoro di merda, per cui vi prego intervenite subito e ripristinatemi la connessione. Altrimenti come aggiorno il Faccialibro?! AIUTO AIUTO AIUTO!!?!?!?!?!!!!?!!!!!?!?!?!!”

“Ho MSN che mi manda strabi messaggi dopo che ho installato il file di aggiornamento santacazza.exe e il plugin supersblindolimortacci.exe per le emoticon che insultano in napoletano… Ora è tutto piantato, mi venite a salvare?! Vi prego, AIUTOAIUTOAIUTOAIUTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Ora: vorrei comunicare a chiunque mi scrive/dice/comunica la parola aiuto che, a meno che non stiano morendo, il loro implorare non influenzerà MAI e poi MAI la velocità con cui io risolverò i loro problemi. Vorrei altresì aggiungere che, nel caso in cui effettivamente stiate morendo, è MOLTO PROBABILE che io venga IMMEDIATAMENTE, sì, ma PER DARVI UNA MANO A MORIRE. Infine, vorrei che ciascuno di voi la mattina ringraziasse I CHIODI PIANTATI NELLA CROCE DEL CRISTO per ESSERE NATI QUI, INVECE CHE A PYONGYANG, DOVE SICURAMENTE CI SAREMMO TROVATI A CONOSCERCI IN MOMENTI, GERARCHIE E POSIZIONI DIVERSE.

Quindi, concludendo: aiutateci ad aiutarvi: ANNATEVEN’AFFANCULO TUTTI QUANTI. Voi, le vostre richieste insulse, la vostra sconfinata ignoranza, le vostre facce da culo tutte italiche e la vostra IDIOTA ABITUDINE DI IMPLORARE PER UN FAVORE.

CRESCETE, STRONZI.

I WON’T FIX YOUR COMPUTER

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