Mar 31 2009

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Ta-Yung

Storie di vita vissuta: esperienze con il riconoscimento vocale automatico

Posted at 10:42 am under l'altrui dolore

ricevo e pubblico quanto segue, racconto breve presentato come:

Storie di vita vissuta: i pericoli del riconoscimento vocale

“Sto testando un software di riconoscimento vocale e devo dire che è davvero spettacolare: tu parli in un microfono attacato al pc e lui scrive quello che dici, esegue i comandi che gli dai, roba più vicina alla magia che all’informatica pret-à-porter. A volte ti fa venire l’impulso di aprire il pc per controllare che non ci sia un nano-dattilografo nascosto dentro.

Ma non son tutte rose e fiori: come Harry Potter ci insegna, gli incantesimi vanno maneggiati con cautela altrimenti rischi esiti disastrosi. La radice del problema è che le magie non sempre riescono, e anche questo software, sebbene tu lo “addestri” a riconoscere la tua pronuncia, per varie ragioni qualche parola ogni tanto non la capisce: in queste situazioni inserisce qualcosa di foneticamente simile a quello che non ha capito, che poi si rivela radicalmente estraneo al contesto logico nel quale è inserito. In secondo luogo, nella pratica, man mano che assumi dimestichezza col meccanismo tendi ad accellerare il ritmo di lavoro senza controllare ogni parola e posticipando le correzioni alla successiva rilettura; così, da una parte, il software inserisce qualche vaccata qua e la e, dall’altra, molte di queste vaccate le scopri solo quando rileggi il documento. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è proprio a questo punto che le cose, invece di migliorare, rischiano di precipitare.

Tanto per incominciare, sei in una dimensione mentale per cui interagisci col computer parlando: così quando, in fase di correzione, incappi in queste vaccate, viene abbastanza istintivo apostrofare il pc con apprezzamenti più o meno coloriti a seconda della vaccata, dell’umore, ecc… Apprezzamenti che il software riconosce con sinistra competenza e inserisce nel tuo documento, nel punto in cui in quel momento si trova il cursore; ora, quando leggi un documento il cursore non si trova mai nel punto che stai leggendo, così il tuo apprezzamento verrà calato in una parte diversa da quella su cui è concentrata la tua attenzione, con altissime probabilità che tu manco te ne accorga.

A questo punto sei virtualmente finito: se, infatti, già ti eri entusiasmato per una semplice incongruenza logica imputabile ad una macchina, quando alla successiva correzione inciampi nel tuo bestemmione hai enormi chances di reagire a questa provocazione con una nuova, entusiasmante performance; questo porcone di seconda generazione avrà poi lo stesso destino del precedente e resterà accquattato nel tuo documento, pronto ad aggredirti alla successiva correzione. E siccome ad ogni correzione incappi in cose sempre più agghiaccianti, finita una ti fai il segno della croce e ne inizi subito un’altra. E così via, in un maestoso crescendo che ricorda alcune opere di Wagner…

Se non interviene un soprassalto di coscienza, alla terza rilettura inizi ad incontrare qua e là espressioni penalmente perseguibili ed entro la quinta ti danno le chiavi della città di Trieste.

Nel mio caso personale – sto scrivendo un atto giudiziario – il risultato pratico è questo: sono qua che rileggo e soppeso sottili ragionamenti giuridici quando, di tanto in tanto, senza alcun preavviso, mi esplode in faccia un tornado di madonne e porconi impressionante. Mi sto divertendo un sacco, spero solo di riuscire a bonificare l’atto prima di depositarlo in cancelleria…”

2 responses so far

2 Responses to “Storie di vita vissuta: esperienze con il riconoscimento vocale automatico”

  1. andreaon 31 Mar 2009 at 3:55 pm 1

    Complimenti, educato ma efficace. E poi cazzo, stai dettando al tuo povero pc un atto giudiziario, e si sa che l’italiano dei testi giudiziari è un tantino incomprensibile. Farebbe degli errori anche Perry Meson ed è già molto che i moccoloni non vadano da pc ad utente.

  2. fedeleon 17 Apr 2009 at 9:31 am 2

    niente auguri di buon compleanno al papa ?

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