Lamentazioni

Inizia sempre un un sorriso l’avventura dal dentista. Vengo accolto da una vestale dai modi garbati, ben consapevole del suo trovarsi sul lato opposto al mio, l’inferno dentale oro-genitale; lei sorride perche’ sa che sara’ la mia bocca ad essere stuprata da mani e ferraglia, non la sua.

Esordisce con una frase di consuetudine, l’umiliazione del dialogo sincero: “Si accomodi un attimo :)”

Da quel momento sono io e una stanza asettica, una sala d’attesa a cui manca soltanto una porta con scritto “LASCIATE OGNI SPERANZA VOI CHE ENTRATE”… e il wireless. Maledico il me stesso porco, perche’ mi sarei potuto portare del NERDISMO da sviluppare nell’attesa, ma alla fine mi accontento di leggere la chiave wep scritta su un’etichetta appiccicata all’access point. La sequenza numerica da 0 a 9 per un attimo mi commuove, e a stento trattengo una lagrima di compassione.

Non oso toccare le riviste, dato che non contengono hyperlink, e affogo nella piu’ completa noia, riflettendo su quanto la mia fantasia possa essere limitata in confronto ai jutsu di un dentista esperto. L’igene orale del dio becco.

Ed ecco che arriva una nuova ancella, un viso dolce che mi porta a pensare che sia mia COITANEA, finche’ non mi guarda come un plebeo destinato alla fossa dei leoni e biascica un “prego”. Tutti dal dentista ti guardano come un poveraccio. Sei li’ perche’ devi, dovrai caccia’ li sordi e manco te puoi lamenta’.

La stronza continua a farmi strada con il suo fare snob, annunciandomi informazioni sommarie su dove posso posare la giacca. Poi inizia a trafficare.

Un’altra fantastica peculiarita’ del dentista e’ il mistero che avvolge le sue azioni e quelle delle sue subordinate (esistono assistenti UOMO dal porcodio di dentista?); loro si muovono e fanno cose, ma non ti rendono partecipe se non per farti sedere e puntarti un FARO IN FACCIA.

Poi entra in gioco il dentista, fermo nella sua figura professionale lui non si condere battute o umorismo, arriva diritto al punto: umiliarmi. Eccaaalla’.

Mi ficca un po’ le mani in bocca, poi fa un cenno alla sua vestale, e tutti e due in RIGOROSO SILENZIO mi ficcano questo affare in bocca. Dimmelo che cosa stai facendo no? Se io assisto qualcuno nella morte informatica di solito ILLUSTRO i passi che sto compiendo, e’ GENTILE. E lui no, FICCA, mugugna, si allontana.

“Da quanto stai cosi’?”, fa beffardo.

LO STAI VEDENDO DALLA RADIOGRAFIA, PERCHE’ VUOI RIBADIRE CHE NON SONO VENUTO IN TEMPO? AVEVO PAURA, PHEAR.

E poi tutto finisce di colpo, con il dentista che mi sbologna un nuovo appuntamento e torna a farsi i suoi beneamati cazzi, dimostrando un interesse pari a quello che puo’ provare una donna durante la spiegazione dell’arp-spoofing. Ma c’e’ ancora posto per una delle sue ancelle (la teen fregna e’ ovviamente sparita, probabilmente per prepararsi al PUSSY PARADE DENTALE che ogni dentista organizza a fine giornata), che non risparmia un ALTRO sorriso quasi sincero, quasi MAMMA.

Esco, e inizia a piovere.

L’odorino l’ha ri-ingoiata.

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