May 11 2005
l’importanza di chiamarsi ethernesto
L’arte e’ soggetta a interpretazione, l’artista e’ pazzo, il pubblico non capisce.
Perche’ qualcosa dovrebbe attirare la nostra attenzione? E se questa attenzione derivasse soltanto da fattori esterni, quale ad esempio l’umore? E se fosse soltanto l’emozione derivante dal gesto creativo? Imitare Dio cosi’ come nell’infanzia vengono imitati i genitori?
Penso che la vera gratificazione non esista, altrimenti l’artista non sarebbe ne’ pazzo, ne’ atipico… o forse e’ una merdosa questione statistica? Perche’ deve essere sempre colpa della gente (sbagliata) che abbiamo attorno?
L’artista puo’ essere NORMALE ?
Vedere oltre, o ‘tra’ (le righe), serve a qualcosa se poi non puoi raccontare nulla?
Pensare, serve?
O serve forse distrarsi per non pensare? Ma cosi’ facendo prima o poi non tornera’ tutto a galla ?
Le coincidenze non esistono.
O qualcuno si diverte.
O le attiriamo noi.
step into the shadow.
46&2
spatof.
4 responses so far
4 Responses to “l’importanza di chiamarsi ethernesto”
P.S.
ho cambiato tema di default e se non vi piace andatevela a pia’.
me gusta :D
“cento demoni giocano con te.. ma la testa sa che ci sei solo tu..”
Assolutamente entrambe le cose, le ultime due che hai detto.
E un’ artista NON puo’ essere normale,cosi’ come non lo sei tu.. cosi’ come non lo sono io.
:*
rape me, rape me my friend
rape me, rape me again
i’m not the only one..
my favorite inside source
i’ll kiss your open sores..
appreciate your concern
you’ll always stink and burn
;)